il Manifesto 12 Aprile 2025

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Scene 1 (0s)

[Audio] Oggi su Alias Domani su Alias D IRAN Il regime condanna i registi Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeelha a 14 mesi di carcere Cristina Piccino pagina 15 PSICHIATRIA PROSSIMA VENTURA La curandera Maria Sabina maestra dei funghi e la lezione di Basaglia nel Latinoamerica ISAAC B. SINGER Fin dagli esordi frequentò volentieri la forma del saggio breve. Una scelta in «A che cosa serve la letteratura?» quotidiano comunista oggi con ALIAS ■ CON LE MONDE DIPLOMATIQUE +EURO 2,00 SABATO 12 APRILE 2025 – ANNO LV – N° 87 euro 2,50 www.ilmanifesto.it L'arrivo dei migranti ammanettati nel porto di Shengjin, Albania foto di Armando Barbani/Ansa Uguale per tutti I diritti negati e l'argine giudiziario MATTEO LOSANA M Scendono con i polsi legati dalla enorme nave militare che li ha trasportati in Albania. Sono appena in 40, raccolti come pacchi nei Cpr solo per riempire un po' le gabbie al di là del mare. È la prima deportazione di migranti dal territorio italiano pag. 2 e 3 entre il governo continua inesorabilmente il suo percorso di criminalizzazione del fenomeno migratorio, la giurisdizione continua a innalzare qualche argine, ricordandoci che i migranti sono innanzitutto persone, titolari di diritti fondamentali anche dentro i procedimenti giurisdizionali che li riguardano. — segue a pagina 3 — all'interno Giro di vite Adesso comincia la battaglia legale dei trattenuti II Il decreto del governo esclude l'intervento della magistratura sui trasferimenti dall'Italia all'Albania. Ma ci sono varie strade per invocare il controllo giurisdizionale. GIANSANDRO MERLI PAGINA 2 LA CINA CERCA ALLEATI NELLA GUERRA COMMERCIALE. LO SPAGNOLO SÁNCHEZ A PECHINO, PONTE CON L'UE Dazi, Xi all'Europa: resistere insieme «SI INDAGHI TRUMP PER AGGIOTAGGIO» Titoli di stato americani in crisi II Dopo i dazi imposti da Donald Trump e l'inizio della nuova guerra commerciale tra Pechino e Washington, da ieri sono in vigore i controdazi cinesi maggiorati sui prodotti Usa: dall'84% al 125%. Allo stesso tempo vengono azzerate le tariffe per i paesi vicini. Ma Xi Jinping in cerca di alleati contro le «prepotenze unilaterali» della Casa bianca guarda ancheall'Ue. Da qui il perfetto tempismo della visita compiuta ieri dal primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, con l'intento di rafforzare i rapporti bilaterali di Madrid e creare un rapporto fluido tra Pechino e Bruxelles. Il presidente cinese apprezza, e gli investimenti cinesi in Spagna lievitano. Meno soddisfatti gli Stati uniti: il segretario al tesoro Scott Bessent, ha già accusato Sánchez di voler allineare Spagna ed Europa alla Cina. LAMPERTI A PAGINA 4 II Sei senatori democratici chiedono alla Securities and Exchange Commission che si indaghi per insider trading su Donald Trump. Intanto le borse restano sul filo del rasoio, e la svendita dei titoli di stato dà il segno della crisi. Per il presidente «Stiamo andando molto bene». BRANCA A PAGINA 5 A scuola di riarmo UCRAINA Ultimatum Usa a Putin «Decida entro aprile» STATI UNITI «Sono una studente vivo da ricercata» ROMA Lo vedi, riecco Marino Coi 5S contro Gualtieri L'università e le «sfumature» della difesa MICHELE.

Scene 2 (3m 44s)

[Audio] 2 sabato 12 aprile 2025 la notizia del giorno LA SCENA DEL CRIMINE Ammanettati e "scaricati" I primi 40 deportati dall'Italia La nave Libra è arrivata ieri a Shengjin. Opposizioni all'attacco, maggioranza in silenzio Le immagini vergognose a cui abbiamo assistito mostrano quello che l'Italia sta facendo alle persone e ai diritti fondamentali Cecilia Strada sistenza medica necessaria. Tutto questo farà ripartire la spola tra Italia e Albania: Meloni metta fine a questa esperienza», attacca il segretario di +Europa Riccardo Magi. Di «spreco vergognoso di denaro» parla il capogruppo M5S in commissione Affari costituzionali alla Camera Alfonso Colucci, mentre per l'esponente di Italia Viva Raffaella Paita «Meloni è solo la caricatura di Trump». Da governo e maggioranza, invece, non si registrano dichiarazioni. Forse attendono di vedere come andrà a finire questa volta. IN UN LUNGO comunicato l'ong Amnesty international denuncia il «totale disprezzo per i diritti umani», segnalando come il nuovo provvedimento possa «incidere negativamente sulle relazioni familiari e personali di persone che vivono da tempo in Italia». Non pervenuto il Garante nazionale dei detenuti. Il nuovo collegio dell'istituzione di garanzia nominato dal governo Meloni non ha espresso alcuna posizione sulla deportazione e sul trattenimento nei centri d'oltre Adriatico dei migranti "irregolari", né risultano visite ispettive nelle strutture aperte ormai sette mesi fa. Il Garante non è nemmeno stato convocato nelle audizioni che la commissione Affari costituzionali della Camera sta svolgendo per la conversione in legge del decreto che estende l'uso delle strutture. Eppure un terzo della paginetta scritta come relazione tecnica che accompagna la legge riguarda proprio questa istituzione e le sue «attività di monitoraggio». Nonostante il cambio di destinazione d'uso restano tutte le criticità legate alla detenzione di queste persone. Meloni metta fine al progetto Riccardo Magi Migranti trasportati dalla nave militare italiana Libra nel porto di Shengjin, in Albania foto di Malton Dibra / Epa GIANSANDRO MERLI II La prima deportazione collettiva di migranti dal territorio italiano al Cpr in Albania è andata in porto. Intorno alle 16 di ieri la nave militare Libra, che qualche ora prima aveva mollato gli ormeggi da Brindisi, è arrivata nel porto di Shengjin. Ad attenderla sul molo c'erano una quarantina di agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Scudi in mano e caschi al lato, in assetto anti-sommossa. Altri 80 erano a bordo. I cittadini stranieri sono stati fatti scendere con le fascette ai polsi, un agente davanti, uno accanto e uno dietro con una sacca in mano, contente forse gli oggetti personali del trattenuto. «LA SCENA ci ha fatto subito pensare alle deportazioni ordinate da Trump. C'è stata una dimensione simbolica più esplicita delle altre volte», afferma Francesco Ferri, del Tavolo asilo e immigrazione (Tai). «Immagini vergognose che mostrano quello che l'Italia sta facendo alle persone e ai diritti fondamentali», commenta l'eurodeputata Cecilia Strada, eletta da indipendente con il Pd. Sui.

Scene 3 (7m 8s)

[Audio] 3 sabato 12 aprile 2025 la notizia del giorno Sul mezzo militare c'erano un'ottantina di agenti. Ad attendere in banchina i reparti anti-sommossa Presentata la relazione sull'attività della Corte nel 2024: 212 pronunce, 94 di illegittimità costituzionale ANDREA CARUGATI II Dal fine-vita all'affettività in carcere, dai rapporti tra Stato e regioni al limite dei mandati elettivi, dalle norme sui licenziamenti all'abitazione come «diritto inviolabile» fino alle tutele per i conviventi di fatto anche nelle imprese familiari. Il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso foto di Angelo Carconi / Ansa IL PRESIDENTE DELLA CONSULTA GIOVANNI AMOROSO «Migranti, lo scontro tra toghe e politica si risolve con la legge» LA RELAZIONE SULL'ATTIVITÀ delle Corte costituzionale nel 2024, presentata ieri dal presidente Giovanni Amoroso davanti al Capo dello Stato, ai presidenti delle Camere e al Guardasigilli Nordio, è un lungo elenco di interventi con cui i giudici hanno rimodellato e corretto la legislazione italiana e fatto da arbitro ai conflitti tra poteri: 212 pronunce lo scorso anno, di cui 94 di illegittimità costituzionale, «percentuale vicina al 50% e molto più alta rispetto ai decenni precedenti», ha spiegato Amoroso alla stampa. Segno di un ruolo molto attivo nel sindacato delle leggi, ma mai intrusivo. «Il riconoscimento di nuovi diritti spetta al Parlamento e anche la loro estensione», ha precisato, spiegando che anche i ripetuti moniti della Corte non sono mai finalizzati a svolgere un ruolo di supplenza, ma solo a stimolare il legislatore. Come è avvenuto nel 2024 con il diritto alle visite coniugali per i detenuti. Ora che il diritto è stato riconosciuto, spetterà al Parlamento con gradualità renderlo effettivo. tare il tema in termini generali per ricostruire l'assetto di sistema, in modo da affermare un principio che valga per tutte le Regioni a statuto ordinario». Diverso il caso di quelle a statuto speciale, «di cui non ci siamo occupati» e che «hanno competenza primaria» in materia elettorale. Amoroso ha poi citato la recente sentenza che consente anche ai single di adottare minori stranieri. E per i bambini italiani? «Il tema è sullo fondo», ha risposto, «certamente la sentenza 33 del 2025 crea un precedente». costituzionale». Questo, ha osservato Amoroso, «è conseguenza dalla complessità del sistema: soprattutto quando è multilivello, cioè ordinamento nazionale e sovranazionale. Governare la complessità non è facile ma gli strumenti ci sono: gli strumenti di garanzia, quelli ordinari e quelli straordinari come il coinvolgimento della Corte». E se criticare le decisioni dei giudici, anche «in modo aspro» è sempre legittimo, diverso è il caso di «attacchi personali» ai singoli magistrati, «perché così si finisce nel terreno scivoloso della delegittimazione della magistratura». IL PRESIDENTE NON HA voluto pronunciarsi su provvedimenti in corso di approvazione, come il decreto sicurezza o le norme sull'elezione dei sindaci (la destra vuole abolire i ballottaggi). Però ha ribaditi i paletti cari alla giurisprudenza della Consulta: i criteri di urgenza e «omogeneità» per i decreti, che sono a rischio bocciatura nel caso in cui diventino spezzatini di norme diverse; e il principio della «parità di voto» che deve contemperarsi con «l'esigenza di governabilità» nel caso delle norme elettorali. Amoroso ha ricordato la doppia bocciatura di leggi elettorali nazionali, Porcellum e Italicum in relazione.

Scene 4 (11m 3s)

[Audio] 4 sabato 12 aprile 2025 la notizia del giorno ANDRÀ TUTTO BENE Xi che riceve Sánchez strizza l'occhio all'Ue: «Resistiamo insieme» Il premier spagnolo vola in Cina per rafforzare i legami bilaterali e fluidificare i rapporti con Bruxelles. Pechino apprezza. E investe La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen Epa/Olivier Hoslet Foto grande, Xi Jinping e Pedro Sánchez a Pechino Ap/Andres M. Casares Europa e Cina forze positive a sostegno di cooperazione aperta e multilateralismo. Dovrebbero promuovere la costruzione di un sistema di governance globale equo e ragionevole Xi Jinping Un segnale in tal senso arriva non solo dai numerosi colloqui di questi giorni, ma anche dall'indiscrezione del South China Morning Post, secondo cui a fine luglio si dovrebbe tenere un vertice tra Xi Jinping, la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. TEORICAMENTE, l'incontro dovrebbe tenersi a Bruxelles senza Xi, ma col premier Li Qiang. Lo spostamento a Pechino darebbe un segnale chiaro della rilevanza guerra commerciale che sta suo malgrado combattendo contro gli Stati uniti. Pechino e l'Europa si studiano, provando a capire come venirsi incontro. Non mancano certo gli ostacoli, a partire dai timori europei per la sovrapproduzione cinese e il possibile flusso di merci a basso costo. Ma c'è anche la sensazione che si voglia provare a iniettare qualche oncia di stabilità in un mondo che la Casa bianca ha reso ancora più turbolento coi suoi dazi. rie, mentre il colosso dell'energia Envision lavora a un impianto di elettrolizzatori per idrogeno verde. La casa di veicoli elettrici Leapmotor, il produttore di batterie al litio Sematec e il player dell'energia Hygreen starebbero valutando altri progetti "spagnoli". Tutti settori strategici dell'industria tecnologica verde. LA CINA, che ieri ha ulteriormente alzato i dazi sulle importazioni di prodotti statunitensi dall'84 al 125%, cerca alleati o quantomeno sponde nella testimonianza di un rapporto solido. Nel colloquio di ieri, Sánchez ha chiesto maggiore cooperazione nelle aree di interesse comune e ha definito la Cina un «partner dell'Unione europea». Significativo che manchi invece la definizione di «rivale strategico» usata da Bruxelles negli ultimi anni. Xi ha risposto elogiando il ruolo di tramite della Spagna nei rapporti tra Europa e Cina. Il presidente cinese ha poi chiesto di «resistere insieme» contro quelle che ha definito «prepotenze unilaterali». Si tratta di un appello rivolto a tutti i leader europei, con Xi che prova a sfruttare il malcontento verso Trump per incunearsi tra Europa e America. LA SENSAZIONE è che la Cina voglia usare il viaggio di Sánchez come una sorta di modus operandi per il miglioramento dei rapporti con l'Europa. Madrid vuole spingere l'Europa a creare un rapporto fluido con Pechino, autonomo dai legami con gli Stati uniti. Pechino apprezza e garantisce che faciliterà l'ingresso delle aziende spagnole sul mercato cinese, in particolare quelle agricole, sanitarie, energetiche e cosmetiche. Dall'altra parte, dovrebbero arrivare nuovi investimenti cinesi in Spagna. Lo stesso era accaduto dopo la visita dell'anno scorso, quando Sánchez.

Scene 5 (14m 37s)

[Audio] 5 sabato 12 aprile 2025 la notizia del giorno Da ieri in vigore i controdazi cinesi sui prodotti Usa al 125%. E tariffe zero per i paesi vicini che cooperano In un video Donald Trump si rallegra con i suoi ospiti straricchi: «Lui ha guadagnato 2.5 miliardi!» LA LETTERA ALLA SEC DI SEI SENATORI DEM Titoli di stato Usa in crisi «Si indaghi sull'aggiotaggio» Day) registra un calo nel consumer sentiment dell'11%, il secondo più basso dal 1952 e, scrive sempre la Cnn, più basso di qualunque movimento osservato durante la Grande recessione (la crisi economica del 2008). D'altro canto, uno studio del Yale Budget Lab stima che nonostante il dietrofront di Trump l'ultima ondata di dazi - solo quelli «base» al 10% - alzerà i prezzi al consumo più di quelli annunciati il 2 aprile per il Liberation Day, a causa della tassazione altissima delle importazioni cinesi, salita al 145%. Non a caso ieri è stata una giornata nera in borsa per i produttori di chip, mentre la Tesla di Elon Musk ha smesso di prendere ordini nel gigante asiatico per i modelli S e X, entrambi importati dagli Stati uniti. Due broker al lavoro alla New York Stock Exchange foto Ap/Richard Drew to sorrisi - indica l'imprenditore statunitense Charles Schwab: «Oggi ha guadagnato 2.5 miliardi!». Lui, indica un altro ospite, «ha fatto novecento milioni». «Questo è Trump in sintesi: fa tutto ciò che può per rendere gli ultra ricchi ancora più ricchi» commenta su X una delle firmatarie della lettera alla Sec, Elizabeth Warren. Dal canto suo, il presidente Usa inaugura la giornata di ieri su Truth Social con la sua classica negazione della realtà: «Stiamo andando molto bene con le nostre politiche tariffarie. Molto eccitante per l'America, e per il mondo!!!». I MERCATI, osserva la stampa Usa, non hanno fiducia che in 90 giorni l'amministrazione Trump - o meglio il dealmaker alla Casa bianca - sia in grado di chiudere 150 negoziazioni parallele con altrettanti paesi colpiti dai dazi statunitensi. E l'incertezza delle sue catastrofiche intenzioni trasforma, come dice a Bloomberg Michael Hartnett di Bank of America, l'eccezionalismo statunitense in un «ripudio» degli Stati uniti. Che riguarda tanti, a partire dagli investitori stranieri, ma non i fedelissimi Maga come riscontra un reportage del Washington Post fra gli elettori di Trump. Persone che prima delle elezioni avevano detto di dare importanza «all'economia» prima di tutto, e di votare sulla base del proprio portafogli, interrellate sul caos di questi giorni hanno detto al Post che «ci saranno sempre saliscendi in borsa», ma bisogna guardare al «quadro generale». Il punto chiave è che gli enormi dazi sconvolgono le infrastrutture finanziarie, portando a un'impennata dei tassi d'interesse sul debito pubblico Paul Krugman GIOVANNA BRANCA II «Chiediamo alla Securities and Exchange Commission di indagare potenziali violazioni delle leggi federali da parte del presidente Trump e del suo entourage. Nello specifico, chiediamo alla Sec di determinare se il presidente Trump, qualunque.

Scene 6 (18m 10s)

[Audio] 6 sabato 12 aprile 2025 internazionale C'è un ultimatum di Trump per Putin: decida entro aprile Allo stesso tempo emissari ucraini a Washington per strappare un accordo sulle terre rare che non sia «colonizzazione economica» L'inviato di Trump, Steve Witkoff, a San Pietroburgo con il presidente russo Putin Ap/Gavriil Grigorov L'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff porta il messaggio al Cremlino SABATO ANGIERI II Da un lato dell'oceano l'inviato di Trump incontra Vladimir Putin, dall'altro gli emissari di Zelensky fanno anticamera per provare a convincere la Casa bianca a non condannare l'Ucraina al fallimento. La diplomazia intorno alla guerra nell'Europa dell'Est non prende pause mentre il gruppo di contatto della Nato per Kiev dalla base di Ramstein promette 21 miliardi di dollari di nuove forniture militari. STEVE WITKOFF, l'inviato speciale del tycoon per il Medioriente e ormai il mediatore designato per gli affari con il Cremlino, è atterrato a Mosca per consegnare un ultimatum. Secondo il sito Usa Axios, Trump è stanco di attendere che Putin prenda una decisione sul cessate il fuoco e ha deciso di fargli recapitare un ultimatum: entro la fine di aprile bisognerà prendere una decisione sui negoziati. Se l'amministrazione russa ha davvero intenzione di interrompere il conflitto in Ucraina dovrà dimostrarlo con un passo concreto. Se ciò non accadesse gli Usa passeranno al piano b, ovvero la seconda opzione elaborata dal primo inviato di Trump per l'Ucraina, Keith Kellogg, lo scorso novembre. «Se la Russia non dovesse accettare di trattare saranno aumentate le forniture all'Ucraina e introdotte nuove sanzioni». La settimana scorsa, dopo le dichiarazioni del Cremlino sull'illegittimità di Zelensky e l'impossibilità di trattare con quest'ultimo, Donald Trump aveva paventato la possibilità di introdurre dazi secondari «fino al 500%», ovvero tasse doganali sui tutti i beni prodotti con materie prime russe, anche su quelli prodotti da Paesi terzi. Sarebbe un colpo durissimo per l'economia del gigante eurasiatico e l'atteggiamento di Mosca finora è stato quello di sminuire il più possibile le tensioni con lo Studio ovale, continuando a trattare e rilasciando sempre dichiarazioni di elogio verso il presidente degli Usa. Il quale, a quanto pare, inizia a stancarsi del gioco di Mosca e di rischiare di diventare una pedina sullo scacchiere di Putin. Ma il Cremlino non può permettersi di esagerare perché l'economia di guerra che ha sostenuto la Federazione finora non è eterna e la ripresa delle esportazioni è fondamentale. Per questo a breve Putin e Trump potrebbero sentirsi di nuovo al telefono, come riportato ieri dal portavoce presidenziale, Dmitri Peskov. Prima di incontrare il presidente, Witkoff era stato a San Pietroburgo per un colloquio con Kirill Dimitriev, il plenipotenziario di Vladimir Putin per il commercio estero. IN QUESTO CONTESTO di indeterminatezza il presidente statunitense ha un ulteriore arma di pressione. Le sanzioni potrebbero essere comminate per decreto esecutivo presidenziale o tramite il normale iter legislativo del Congresso. Nel primo caso Trump potrebbe revocarle in qualsiasi momento, nel secondo si tratterebbe di un processo molto più lungo e sottoposto a equilibri delicati tra democratici filo-ucraini e repubblicani dissidenti. Le agenzie di stampa, come Reuters ieri, continuano a citare anonimi funzionari.

Scene 7 (21m 56s)

[Audio] 7 sabato 12 aprile 2025 internazionale AMERICA OGGI Ha partecipato alle proteste contro la guerra a Gaza. Ora rischia la deportazione to la casa dove vivevo in affitto e dove il contratto e tutte le utenze erano a mio nome, e ho iniziato a prendere camere in subaffitto. Fino ad ora ne ho cambiate due e continuerò a cambiare subaffitti. Preferisco le camere perché cosi se non torno a casa qualcuno lo nota subito. Ho chiesto di lavorare il più possibile da remoto e di avere turni in presenza sempre diversi. Per fortuna all'università sono molto comprensivi, quello che sta accadendo è anche sotto i loro occhi, e non sono la sola a stare vivendo così. Ho camHo lasciato la casa dove vivevo, e ho iniziato a prendere camere in subaffitto. Preferisco le camere perché cosi se non torno a casa qualcuno lo nota subito Amina Manifestanti pro-Palestina al Dupont Circle di Washington foto Ap/Jose Luis Magana «Sono una studente negli Usa ma vivo come una ricercata» Parla una giovane di origini palestinesi che studia in un'università della costa Est tramite fra l'ateneo e gli studenti. Da quando Trump è entrato alla Casa bianca tutta la mia vita è cambiata. Sono iniziati gli arresti, le espulsioni e più di tutto questa ordalie per cui gli studenti che l'anno scorso hanno partecipato attivamente alle manifestazioni sono accusati di terrorismo, gli vengono revocati i visti o la carta verde, vengono incarcerati e portati in prigioni a migliaia di chilometri di distanza, e lì comincia una trafila per poter parlare con un avvocato, per sapere cosa accaMARINA CATUCCI New York II Amina non è il suo vero nome ma ci chiede di usarlo e di non dare troppe specifiche che possano fare risalire a lei. Lei è palestinese e giordana, la sua famiglia vive in Europa. È a metà di un percorso di dottorato di ricerca in neuroscienze presso un'università della costa est statunitense. Una studentessa come Mahmoud Khalil, attivista e principale negoziatore durante le occupazioni del campus della Columbia University, che è stato prelevato nella sua casa di New York da degli agenti dell'Immigration and Customs Enforcement Ice, nonostante fosse incensurato, avesse una carta verde e fosse sposato con una donna statunitense. E come Rumeysa Ozturk dottoranda turca alla Tufts University. Il 25 marzo degli agenti federali mascherati che indossavano delle felpe nere con il cappuccio la hanno fermata per strada, vicino a casa sua in un sobborgo di Boston. Gli agenti l'hanno trascinata in una macchina senza targa e trasportata a oltre 1.500 chilometri di distanza in un centro di detenzione in Louisiana. Al momento è in attesa di processo e il governo turco sta lavorando attivamente per liberarla e farla tornare ai suoi studi. È accusata dal governo federale di supportare Hamas. Come è stata sino a ora la sua esperienza? Mi sono subito sentita a casa e a mio agio qui - ci dice - e l'attivismo politico ha sempre fatto parte della mia vita. Quando parte della tua famiglia è palestinese credo sia normale. L'anno scorso ho svolto.

Scene 8 (25m 17s)

[Audio] 8 sabato 12 aprile 2025 internazionale Onu: Israele minaccia l'esistenza palestinese L'accusa dell'Alto commissariato per i diritti umani. Croce rossa e Msf denunciano: Gaza muore lentamente di fame e di sete ELIANA RIVA II A Gaza dal 18 marzo al 9 aprile Israele ha attaccato 224 volte edifici residenziali e tende per sfollati. Almeno 36 bombardamenti hanno ucciso solo donne e bambini. Nell'ultima strage familiare, avvenuta all'alba di ieri a Khan Younis, su dieci vittime sette erano minori. Nello stesso lasso di tempo Tel Aviv ha emesso 21 ordini di evacuazione, spesso verso zone descritte come «sicure» ma che lo stesso esercito ha più volte attaccato. L'Alto commissariato delle Nazioni unite per i Cnn: brusca frenata nel dialogo, gli uomini di Netanyahu non vogliono negoziare Khan Younis, cerimonia funebre davanti all'ospedale Nasser dopo un raid israeliano sulla casa della famiglia al-Farra foto Apa/Doaa El-Baz perare gli ostaggi ancora presenti a Gaza. Da più parti cresce anzi la sensazione che Netanyahu e i suoi abbiano rinunciato all'idea. Dopo la lettera con cui giovedì mille riservisti dell'aeronautica israeliana hanno criticato l'attacco alla Striscia perché utile a Netanyahu e mortale per gli ostaggi, ieri 250 membri dell'unità di intelligence d'élite 8200 hanno mosso profonde critiche all'operazione militare. lo tra giovedì e venerdì e quasi sempre specifica addirittura con fierezza di aver preso precauzioni per proteggere la popolazione civile, seppur abbia ucciso almeno 26 persone, tra cui bambini. Ma le finalità della guerra, gli scopi ultimi, hanno contorni indefiniti. La volontà di occupazione permanente e la mancanza di una prospettiva negoziale riportano dubbi sulla reale volontà del governo di provare a recuvoca perdita di peso e problemi medici che la sanità annientata non è in grado di gestire. Anche la Croce rossa ha fatto sapere che il suo ospedale da campo esaurirà le forniture entro due settimane, descrivendo la situazione nella Striscia come «l'inferno in terra». L'ESERCITO ISRAELIANO, ignorando denunce, appelli, disposizioni, continua a comunicare i suoi «risultati operativi». Quaranta «obiettivi» colpiti soidrica in più parti della Striscia. Ieri il comune di Gaza City ha parlato di una «crisi di sete» che porterà a condizioni disperate nei prossimi giorni. Anche ad Al-Mawasi l'impianto di desalinizzazione è completamente fuori uso e Medici senza Frontiere ha denunciato che la mancanza di acqua e igiene sta causando focolai di poliomielite e scabbia. La ong ha dichiarato di assistere a una «morte lenta»: la fame proDemolizioni in Cisgiordania. Gerusalemme, fermato l'imam di al-Aqsa per raccogliere qualche effetto personale), mentre i bulldozer militari procedevano con altre demolizioni di negozi e strade. A Gerusalemme la polizia israeliana ha fermato e interrogato l'imam di al-Aqsa, Sheikh Mohammad Saleem. Il «motivo»: nel sermone del venerdì aveva pregato per il popolo di Gaza. intere comunità, dai campi di Jenin e Tulkarem a quelli di Nablus e Tubas. Solo a Jenin sono 600 le case distrutte, 3.200 quelle danneggiate. Prosegue l'operazione anche a Tulkarem: ieri i soldati israeliani hanno fatto irruzione in diverse abitazioni e cacciato gli abitanti (gli è stata «concessa» al massimo un'ora Dieci giorni fa l'esercito israeliano.

Scene 9 (29m 10s)

[Audio] 9 sabato 12 aprile 2025 politica Lo vedi, riecco Marino Attacca Gualtieri e fa asse con i 5 Stelle L'europarlamentare, indipendente con Avs, contro il Campidoglio C'è anche Raggi: sul sindaco e la giunta lo spettro dei due predecessori Senza il consenso dei cittadini Gualtieri non può andare avanti. Incontriamoci in Campidoglio. Io c'ero, ci sono e ci sarò Ignazio Marino L'eurodeputato ed ex sindaco di Roma Ignazio Marino foto di Mauro Scrobogna / LaPresse brevi&brevissime strazione monocolore del Movimento 5 Stelle capitanata da Virginia Raggi puntò tutto sul riciclo ma non arrivò mai al cuore del problema. Così, ecco l'impianto annunciato da Gualtieri all'inizio della sua sindacatura, che ha suscitato le critiche di ambientalisti e comitati di zona oltre che di Legambiente e Cgil. Proprio due giorni fa la commissione petizioni del parlamento europeo ha raccolto le domande che erano state rivolte dai comitati ambientalisti circa gli effetti dell'inceneritore sui territori circostanti e le ha girate a Gualtieri. A presentare il documento, lo scorso 18 marzo, era stato Dario Tamburrano, eletto nel M5S e ora membro del gruppo The Left, in compagnia proprio dell'ex sindaco Marino. IL DUETTO si è riproposto negli stessi giorni a proposito di un altra grande opera che Gualtieri vorrebbe, come si suol dire, mettere a terra per caratterizzare il suo mandato e ripresentarsi, nel 2027, davanti agli elettori: si tratta dell'agognato stadio della Roma, che dovrebbe sorgere a Pietralata, al quartiere Tiburtuno. «Esiste un importante bosco urbano nell'area in cui Gualtieri e la giunta vorrebbe edificare uno stadio - afferma Marino - Adesso è indiGIULIANO SANTORO II C'è un nuovo, vecchio protagonista che incombe sulla scena della politica romana e quindi nazionale: Ignazio Marino. L'ex sindaco di Roma attualmente è parlamentare europeo, eletto nello scorso mese di giugno, a Bruxelles e Strasburgo siede da indipendente nel gruppo dei Verdi. FIN DA SUBITO il chirurgo prestato alla politica che ormai dieci anni fa (era l'autunno del 2015) venne defenestrato da Palazzo Senatorio dalla sua stessa maggioranza ha dato l'impressione di prendere di mira l'attuale inquilino del Campidoglio, Roberto Gualtieri. Lo ha fatto soprattutto in nome dell'opposizione al mega-inceneritore che il sindaco vorrebbe costruire a Santa Palomba, all'estrema periferia sud-occidentale di Roma, per tentare di risolvere una volta per tutte la gigantesca e intricata vicenda della gestione dei rifiuti della capitale. Marino si sente investito del caso per due motivi. Il primo ha che fare con la sua attuale funzione in Ue: il ricorso all'incenerimento contravverrebbe alle indicazioni stabilite dall'Europa su smaltimento, riuso ed economia circolare. Il secondo affonda le radici nella sua spensabile congelare l'iter per lo stadio affinché la realtà dei fatti emerga nella sua completezza ed il bosco venga salvaguardato». E parlando, lo scorso 29 marzo, a un'iniziativa sul ciclo dei rifiuti organizzata da Avs ed Europa Verde Parlando ad un'iniziativa sul ciclo dei rifiuti, qualche giorno fa, Marino.

Scene 10 (32m 44s)

[Audio] 10 sabato 12 aprile 2025 società IN VIGORE IL DECRETO SICUREZZA Ultima generazione: «Reprime la nonviolenza» Roma, lo sciopero della fame di Michele Giuli (Ug) contro il dl Sicurezza Roma, manifestazione dei Fridays for future foto di Marco Di Gianvito / Zuma press wire La stretta sui blocchi stradali pensata contro attivisti e lavoratori Fridays for future in piazza: «Resistiamo per il clima» Sei anni dopo il primo sciopero, il movimento è tornato a manifestare in tutta Italia no gettato la transizione ecologica non solo in fondo alle agende dei decisori politici, dal cui pantano difficilmente e in rari casi erano riuscite a emergere, ma anche al dibattito pubblico: «Se per un momento l'ambiente è stato sempre a pagina uno nel dibattito, è lentamente scivola«La pandemia e poi la guerra hanno portato l'ambiente in fondo all'agenda politica» ta e non potendosi avvicinare si è spostato a Montecitorio, da dove è stato allontanato dalle forze dell'ordine. «Questo decreto non colpisce la violenza, ma la nonviolenza, non chi fa del male ma chi denuncia un'ingiustizia» ha detto. Per poi spiegare il perché della forma di resistenza: «Ho scelto lo sciopero della fame perché è una forma di protesta etica davanti a un provvedimento che invece è fortemente autoritario e immorale, è una protesta che non disturba e che esibisce la vulnerabilità, quella che il governo intende colpire». La norma sul blocco stradale e sulle manifestazioni contro le grandi opere (quest'ultima parzialmente riveduta dopo le perplessità sollevate dal Quirinale) sembrano scritte ad hoc per colpire il movimento climatico: «A noi non vengono tagliate le gambe, perché come ogni movimento di resistenza civile all'aumentare della repressione le persone non si fermano ma si raggruppano ancora di più e vanno avanti», dice Giuli, «noi attivisti per il clima siamo uno specchietto per le allodole, il vero obiettivo da colpire sono i lavoratori che protestano con i picchetti contro le delocalizzazioni». Difficilmente lo sciopero continuerà dopo la firma apposta dal presidente Mattarella, mentre assicurano dal movimento che continueranno le proteste, contro il decreto e per il clima. mi. gam. II Ora al «golpe burocratico» manca solo la formalità del passaggio in aula. Ieri pomeriggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto Sicurezza, varato dal consiglio dei ministri lo scorso 4 aprile, che ora dovrà essere convertito entro sessanta giorni da Camera e Senato, dove con tutta probabilità il governo porrà la questione di fiducia. È l'ultimo tassello della macchinazione legislativa preparata da Meloni e soci per aggirare il dibattito parlamentare in aula, superare l'ostruzionismo delle opposizioni ed evitare la terza lettura alla Camera, dove il fu disegno di legge sarebbe dovuto tornare. L'ultima mobilitazione per invitare il Quirinale a non firmare il testo preparato da Meloni e soci è stata portata ieri da Ultima Generazione davanti a Montecitorio. Michele Giuli, attivista del movimento climatico e professore di storia in un liceo della Capitale, ha iniziato uno sciopero della fame per chiedere che il testo venisse rispedito al mittente. Negli scorsi giorni Ultima generazione aveva lanciato una raccolta firme per chiedere che Mattarella non firmasse, raccogliendo oltre 100mila adesioni..

Scene 11 (36m 24s)

[Audio] 11 sabato 12 aprile 2025 community — segue dalla prima — A scuola di riarmo L'università e le «sfumature» della difesa MICHELE LANCIONE E gliamo lavorare con Leonardo? Facciamolo senza creazioni discorsive atte a legittimare la scelta militare come inevitabile. Senza invocare, come fa il Rettore del mio Politecnico, la necessità di «orientarsi tra le oltre cinquanta sfumature di grigio che il tema della difesa può avere». Quali sfumature ci sono, Rettore, nell'abbracciare rapporti istituzionali diretti con chi le armi le produce, con chi la cybersecurity la vende a regimi di mezzo mondo, con chi (come Frontex, altro nostro partner) attua ed é complice di respingimenti razzializzati nel Mediterraneo Nero? La stagione di totale apertura al militare é iniziata. Siamo già al lavoro nel complesso militare-industriale-accademico che farà implodere l'Università, cosí come la possibilità di vivere senza l'eterna presenza della guerra, o come la chiamano i buoni, "difesa". l'80% del suo fatturato in armi e cybersecurity militare, sto facendo qualcosa che ha ripercussioni reali, che non esisterebbero senza il mio coinvolgimento. Ci sono tre livelli. In primis, si offre legittimazione epistemica e culturale a Leonardo, che nella pubblicistica metterà il logo di Polito, non gli effetti dei razzi OTO Melara operati dalle corvette Sa'ar 6 di Israele sulla popolazione palestinese a Gaza. In secondo luogo, si aumenta la capacità di ricerca e sviluppo di Leonardo, che potrà contare non solo sui suoi laboratori ma anche su quelli delle Università. Terzo, se dobbiamo parlare di duplice uso, la relazione diretta con chi produce armi facilita il passaggio di consegna del civile al militare. Come scienziato… chiedo piú rigore. Vogliamo prenderci i soldi di ReArm Europe? Voconseguenze enormi in politica interna e estera (dalla necessità di avere militari nelle nostre stazioni, all'invasione preventiva di paesi sovrani, come l'Iraq). La questione Ucraina, mobilitata come problema di sicurezza per l'intero blocco, é un altro esempio in tal senso. Se possiamo fare ricerca militare solo per fini di "difesa", ma la "difesa" può plasticamente includere tutto - anche l'azione militare preventiva - dove sta il limite? Secondo. Il duplice uso é un falso problema, cosí come quello della distinzione ricerca-prodotto. Chiaramente il Politecnico non può controllare cosa faranno terze parti del nostro lavoro, né dai nostri cancelli uscirà un Eurofighter fatto e finito. La questione é altra. Se io, istituzione universitaria pubblica, instauro legami diretti e formali con Leonardo, che ha detto duplice uso: non si può controllare come terzi useranno il nostro lavoro. Qui si sottolinea anche la distinzione tra ricerca e produzione: chi fa scienza non arriva a produrre il dispositivo militare, ma si ferma al prototipo. Cosa c'è di male? In fondo, é tutto vero: se non li usiamo noi a Torino, i fondi di riarmo li useranno altri; il duplice uso é difficile da controllare; e il lavoro di ricerca non porta al prodotto utilizzabile. Cosa c'è di male se come università pubblica facciamo ciò che il pubblico - lo Stato, l'Unione - ci chiede? The devil is in the details… Ne cito due. Primo. La "difesa dello stato" apre le porte a qualunque questione militare presente nel mondo del capitalismo razzializzato contemporaneo. Si pensi alla guerra al terrore di Bush, che.

Scene 12 (40m 9s)

[Audio] 12 sabato 12 aprile 2025 culture Nel libro scritto con Pierre Dardot, il sociologo francese riflette sul nuovo internazionalismo dei beni comuni GEOGRAFIE La sfida al futuro della cosmopolitica Intervista a Christian Laval, autore di «Instituer les mondes» per La Découverte Christian Laval Ikon Images vimento del capitale e trascendeva i quadri giuridici degli Stati nazionali. Da qui lìidea che la presa del potere in un paese non sia fine a se stessa, ma un passo verso la realizzazione di una repubblica operaia universale. Gradualmente, però, questa logica si è invertita. Il nazionale ha prevalso sull'internazionale. Il nostro libro racconta il fallimento storico di questo internazionalismo che si è infranto contro il muro dello Stato nazionale. Qual è la differenza tra questo tipo di internazionalismo, i cosmopolitismi filosofici e la cosmopolitica che state sviluppando? L'era dell'internazionalismo organizzato e centralizzato è finica commerciale», un cosmopolitismo mercantile. Il commercio era il principale fattore di unione dei popoli. È stato il fondamento dottrinale del socialismo del secolo successivo. Come è nata l'idea socialista dell'internazionalismo? L'internazionalismo è stato formulato per la prima volta dai Saint-Simoniani alla fine degli anni Venti del XIX secolo. La comunità mondiale non era più composta da commercianti, ma da produttori. Così concepirono il progetto di una «associazione universale di produttori». Il progetto fu ripreso da Marx e Engels, che li conoscevano bene. Il terreno di lotta del proletariato era quindi determinato dal moternazionale di cui si parla è quella dei nazionalisti e dei neofascisti. Dall'altra parte non esiste un'organizzazione internazionale di sinistra. Come possiamo pensarla? Dobbiamo partire da ciò che sta accadendo sul terreno dell'azione transnazionale. All'inizio del XXI secolo è emerso il movimento altermondialista, seguito dal movimento delle occupazioni delle piazze, raddoppiato dal movimento a sostegno dei beni comuni. Il movimento femminista, il movimento ambientalista, il movimento contadino, il movimento studentesco sono tutti movimenti transfrontalieri. Questo è il punto di partenza della cosmopolitica che discutiamo nel libro. È la strategia da opporre all'internazionale neofascista e allo Stato neoliberale. In che modo avete ricostruito la storia dell'internazionalismo? Pensiamo in maniera strategica, ma siamo partiti da una genealogia. Lo Stato nazionale ha imposto il suo quadro alle lotte democratiche ed egualitarie fin dal XVIII secolo. L'internazionalismo operaio ha fatto un tentativo eroico di trascenderlo anche perché si basava essenzialmente sull'analisi liberale del commercio come nuova realtà globale. Montesquieu, i fisiocratici, gli economisti scozzesi avevano capito che al di sopra delle nazioni esisteva una «repubbliParliamo di lotte globali non perché il capitale spiana il mondo, ma perché sono radicate nelle realtà terrestri, nella dimensione del vivente ROBERTO CICCARELLI II Con Pierre Dardot, il sociologo Christian Laval ha appena pubblicato in Francia un nuovo libro. Instituer les mondes. Pour une cosmopolitique des communs (La Découverte) propone una nuova strategia politica internazionalista nel momento della rivoluzione reazionaria di Trump. Lo abbiamo intervistato alla Librairie Stendhal di Roma, dove ha presentato anche il suo primo romanzo Marx en Amérique (Champ Vallon). «Istituire i mondi» fa parte di un dittico composto da un altro importante libro,.

Scene 13 (43m 59s)

[Audio] 13 sabato 12 aprile 2025 culture Gulli e San Giuseppe. Per Silvia Savorelli e Giuseppe Pazzaglia di Sguardi in Camera che promuove il progetto, «un percorso artistico e sociale che vede coinvolta la cittadinanza» e approfondisce «la conoscenza dei luoghi e dei suoi abitanti». www.sguardiincamera.it SOTTOCASA A RAVENNA Torna, dal 30 maggio al 20 giugno, il Sottocasa Festival di Ravenna che propone mostre e installazioni, proiezioni di film e performance, teatro e podcast, presentazioni di libri e newspaper nelle vie, nei cortili e nei giardini dei quartieri Darsena un omaggio alla città e ai legami che uniscono Cuba all'Italia attraverso l'arte e la storia. Il progetto nasce dalla ricerca congiunta del giornalista italiano Roberto Livi e della fotografa Mabys Castillo che hanno raccontato i legami tra l'arte italiana e il paesaggio urbano dell'Avana. MESE DELL'EUROPA A CUBA Nell'ambito delle attività del Mese dell'Europa a Cuba, al Palacio del Segundo Cabo dell'Avana è stato presentato il documentario «Puentes de Mármol» (Ponti di marmo) che ripercorre la storia della numerose sculture italiane presenti all'Avana, SCAFFALE La parabola antropologica e vitale di Alfred Métraux Alfred Métraux foto di C. Mallison Ikon Images A proposito di «La salvezza impossibile», un libro di Renzo Guolo per Meltemi Narrazioni dominanti e sinologia critica «Leggere la Cina, capire il mondo», edito da Mimesis GAIA PERINI II Giunge come una salutare boccata di ossigeno l'antologia saggistica curata da Marco Fumian, Leggere la Cina, capire il mondo (Mimesis, pp. 356, euro 30), a cui hanno contribuito alcune delle voci più autorevoli nel panorama italiano degli studi sulla Cina contemporanea. Un testo più che mai necessario ora, in un contesto in cui, come scrive il curatore sin dall'introduzione, «è diventato oramai più difficile approcciarsi alle questioni connesse all'ascesa della Cina di oggi senza rimanere invischiati negli schemi riduttivi e polarizzanti dell'ideologia». Se questo era già vero nel 2023 e all'inizio del 2024, quando si è svolto il ciclo di seminari che è all'origine del volume, tanto più lo è adesso, dopo il ritorno di Donald Trump sulla scena globale. Negli Stati Uniti, infatti, si tagliano drasticamente i finanziamenti ai Chinese studies, mandando in fumo insegnamenti e progetti di ricerca, mentre in Italia per fortuna la situazione non è così drammatica, anche se i venti di guerra giungono sin qui e chi si occupa di Cina sempre più spesso percepisce una sorta di obbligo implicito a dichiararsi anti-Xi Jinping o anti-Partito Comunista Cinese, quando non direttamente anticomunista o anticinese. A scanso di equivoci, nessuno degli interventi qui raccolti invoca la neutralità accademica: essere neutrali, come ricorda Flora Sapio nel suo contributo, è impossibile, oltreché nocivo all'esercizio della critica; piuttosto, si afferma con grande forza la necessità di uno spazio di pensiero autonomo, estraneo al risiko geopolitico e al manicheismo spicciolo per cui la Cina e l'Occidente incarnano un Male e un Bene assoluti, due totalità monolitiche rigidamente contrapposte. in volta la si è vista come un.

Scene 14 (47m 43s)

[Audio] 14 sabato 12 aprile 2025 visioni Messo in scena da Fabio Condemi e interpretato da Sandro Lombardi, il testo scritto da Fabrizio Sinisi A TEATRO Casanova, triste solitario y final. Ma non vinto La malattia del tempo, i fantasmi del passato e la seduzione «svanita» Navrin Turnbull e Andrea Crescenzi foto Brescia e Amisano/La Scala DANZA Peer Gynt, uomo bambino in un vortice incantatorio ne Henriette (Simona De Leo), di cui non ricorda più il volto ma gli riappare nell'ombrosa nudità del primo incontro, una sera del 1749. Lei aveva vent'anni, lui pochi di più. Il terremoto di Lisbona accompagna l'ingresso in scena del simulacro di Voltaire a predicare contro filosofi e scienziati che non sanno spiegare perché esiste il male. Sandro Lombardi, Betti Pedrazzi e Alberto Marcello foto Lac Lugano - Luca Del Pia pelj, fantasiosi costumi di Leo Kulas). Due personaggi simbolici accompagnano Peer: il cervo, con stampelle per gambe e corna che sembrano una corona, e la morte, in nero, occhi cerchiati di rosso, viso livido, presente a raddrizzare il corso delle fantasie di Gynt verso la fine. CLUG DISEGNA coreograficamente i personaggi con bella mano registica. A interpretare al debutto Peer Gynt Navrin Turnbull, solista di cui non stupirebbe una futura promozione. La sua danza, ricca di sfaccettature, traccia tra focosa baldanza e impauriti attimi di introspezione il vivere dell'io gyntiano, che così si definisce nel dramma di Ibsen «moltitudine di fanchi sia Giacomo Casanova lo sanno tutti. L'avventuriero, il libertino, il «casanova» appunto. Lo sa anche chi non abbia mai letto una pagina della Histoire de ma vie, che sulla scena si inalza da un lato come una monumentale lapide funebre. Al quale si dice liberamente ispirato lo spettacolo. Nel balletto di Edward Clug, protagonista il talentuoso solista Navrin Turnbull giosa che gli parla in una lingua ripugnante, il tedesco. La seduta durerà una notte intera. In gioco c'è la sua memoria che si va perdendo, e vorrebbe recuperarla con l'ipnotismo. Una notte in cui perdere i contatti con i propri sensi esterni. La mente si trasforma in una sorta di teatro, dice il mesmerista. E forse non ci sarebbe nemmeno bisogno del mesmerismo. Che altro può fare la mente di un vecchio malato se non riandare ai propri fantasmi, mentre intanto la memoria lentamente si sfalda. Ed eccoli allora davanti a lui quei fantasmi, allineati lungo il filo del tempo, dall'infanzia veneziana all'ultima visita a Parigi, che non è più la Parigi di un tempo, al centro di una piazza ora si alza un palco con una nuova macchina di morte. FRANCESCA PEDRONI Milano II «Vivere è camminare a piedi asciutti nel fiume del tempo, conservandosi sani e salvi». Ne è convinto Peer Gynt, leggendario antieroe dell'omonimo dramma di Henrik Ibsen, musicato per il debutto teatrale a Cristiania nel 1876 da Edvard Grieg. Un caposaldo del teatro moderno che racconta il peregrinare nel mondo di un sognatore, di un uomo bambino che attraversa la vita precipitando in un vortice incantatorio di visioni, fughe amorose, incontri fuori dall'ordinario in.

Scene 15 (51m 16s)

[Audio] 15 sabato 12 aprile 2025 visioni IL REGIME CONDANNA I REGISTI MARYAM MOGHADDAM E BEHTASH SANAEEHA A 14 MESI «Il mio giardino persiano» è un atto di resistenza lo nel film quando è nel proprio appartamento. La sentenza è appunto, come è accaduto con altri artisti, condizionale, il che significa che gli imputati non sanno quando diventerà effettiva, e soprattutto rimangono intrappolati in questa sospensione. Leggiamo ancora sul loro IG: «Abbiamo ricevuto la comunicazione tre giorni fa, ora dobbiamo decidere se ricorrere in appello o se andare lì per farci spiegare la sentenza. Ma probabilmente anche ricorrendo in appello non otterremo una riduzione di pena». C.Pi. M.Moghaddam e B. Sanaeeha e critico sulla realtà dell'Iran nella sua esistenza è accusato anche di «diffondere false informazioni e panico». «Mostrare la realtà è illegale, non ci è permesso di farci vedere come siamo, dobbiamo apparire nello stesso modo in cui ci vedono per strada» ha commentato Maryan Moghadam, riferendosi a fatto che una delle accuse riguarda la protagonista senza venelle diverse uscite in sala europee. Il regime di Tehran aveva infatti confiscato i loro passaporti - anche se Moghadam ha la doppia nazionalità svedese, il Paese dove è cresciuta - vietando loro di lasciare l'Iran. Il film, di cui è protagonista la splendida attrice Lili Farhadpour, nel ruolo di una donna anziana che vive sola e che afferma uno sguardo indipendente persiano (My Favourite Cake) Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, e il loro produttore Gholamreza Mousavi. La ragione? Il loro film, appunto, come scrive la coppia di artisti su Instagram accusato di «propaganda contro il governo». Lo scorso anno Moghadam e Saneeha non avevano potuto accompagnarlo alla Berlinale, dove era in concorso, e neppure dopo II Quattordici mesi di «reclusione discrezionale» - che non dovrà essere scontata nei prossimi cinque anni- una multa altissima, circa duecentomila euro, la confisca delle attrezzature e una ulteriore multa più un anno di prigione aggiuntivo per avere realizzato e mostrato il loro film illegalmente. È la sentenza del tribunale iraniano emessa contro i registi di Il giardino Il tempo presente nei corpi dei migranti «Nuit Oscure - "Ain't I a Child?"», il nuovo film di Sylvain George, in gara a Visions du Reèl la metropolitana su cui dormono cercando un po' di calore. Sono minorenni, come molti altri del gruppo. Anche qui studiano le crepe, un sottopassaggio dove sistemare la tenda, un angolo del parco un po' deserto per dormire, un albero su cui lasciare lo zaino pure se fa freddo e la polizia quando arriva li picchia o li porta via. Alcuni sono piccoli, ma nei centri di accoglienza non ci vogliono stare, scappano. Qualcuno finisce in galera, uno si impicca in cella. Un altro morirà fulminato sui fili del metrò, aveva sedici anni, pochissimi, eppure sembra che il diritto di essere ragazzino gli è stato sempre negato. Qualcuno parla di Ultima parte di una trilogia, da Melilla a Parigi, repressione e sopravvivenza traumi ancora precedenti il «viaggio», la strada, la droga a dodici anni, a Algeri. Intorno i turisti si fotografano, gli innamorati si baciano. Il palazzo regale del sovrano del Marocco è.

Scene 16 (54m 58s)

[Audio] 16 sabato 12 aprile 2025 l'ultima TRASGRESSIONE E LIBERTÀ In «Amore, sesso e terra promessa», il libro a fumetti di Salomé Parent-Rachdi e Zac Deloupy, si scava nella vita intima di israeliani e palestinesi attraverso 14 storie Nelle immagini alcune tavole inserite nel libro-fumetto «Amore, sesso e Terra Promessa» di Salomé Parent-Rachdi e Zac Deloupy Come si fa ad amare sotto il peso di guerra, divieti, occupazione e religione ANDREA VOGLINO II Facile, guardare al Foucault di Sorvegliare e punire per illuminare i nessi tra corpo e potere. Oggi, la perfetta rappresentazione di questo groviglio arriva dalla lettura del rapporto del gruppo del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sull'operato dell'IDF a Gaza. «Atti genocidari», denuncia il documento. Molti dei quali riconducibili alla sfera affettiva e sessuale: stupri e percosse ai genitali per uomini e donne, attacchi a strutture sanitarie per la salute riproduttiva e neonatale e bombardamenti su nursery e poli d'eccellenza contro l'infertilità. Una «risposta proporzionata» del governo Netanyahu alle violenze perpetrate sulle donne israeliane da Hamas durante l'attacco del 7 ottobre 2023, già oggetto dell'informativa di inizio 2024 della rappresentante dell'Onu Pramila Patten. A offrire una chiave di lettura inconsueta su questi fatti ora provvede il reportage a fumetti Amore, sesso e terra promessa (Feltrinelli Comics): un lavoro a quattro mani della reporter transalpina e corrispondente dal Medio Oriente Salomé Parent-Rachdi e dell'artista Zac Deloupy, già tra gli autori dell'antologia sull'Iran coordinata da Marjane Satrapi Donna, vita libertà. Sedici storie molto personali, per raccontare cosa significhino eros, sentimento e procreazione tra Israele e Palestina. Donne single, coppie interrazziali, persone Lgbtq+, co-genitorialità, il sesso ineffabile degli ultraortodossi haredim e la masturbazione come tabù dei musulmani… un'opera senza compromessi. «L'idea di un romanzo grafico è nata per vari motivi», racconta la sceneggiatrice. «Come giornalista freelance, volevo affrontare l'argomento in modo approfondito, senza le limitazioni di un articolo d'inchiesta. All'inizio pensavo a un libro scritto, poi riflettendoci la scelta del linguaggio del fumetto si è imposta da sé. Disegnare permette di mostrare cose che altrimenti non saresti stato in grado di mostrare, ed è anche il modo migliore per esplicitare le metafore… penso, a frasi come "il nostro rapporto con il sesso è schizofrenico" o "gli uomini si fanno la guerra per le nostre passere". Ma il disegno permette di mostrare anche i dettagli dell'ambiente: la strada tra Tel Aviv e Gerusalemme, il posto di blocco di Qalandia che collega Gerusalemme e Ramallah, il checkpoint per Gaza (o quello che ne resta!)». QUESTO TIPO di approccio ha trasformato la consueta dialettica tra sceneggiatore e disegnatore in un progetto più condiviso e viscerale. «Una volta deciso insieme l'ordine di apparizione dei protagonisti del libro, inviavo a Zac sinossi dettagliate delle storie con pochissime indicazioni per le tavole, e lui mi girava i layout a matita per eventuali correzioni». Ma c'è stato anche diverso lavoro sul campo. Continua il disegnatore: «Ci siamo confrontati, e non conoscendo i.